Tanta energia nella mente, ma non nel corpo
Carlo Tamburini ci apre la porta con slancio. Ma quando gli chiediamo come sta, risponde «Non bene». Si sta riprendendo da un’infezione polmonare. Per questo, ha bisogno di più ossigeno e deve distribuire con cura le energie nell’arco della giornata: «Senza ossigeno non riesco nemmeno a farmi la doccia».
«Questo senso di oppressione è angosciante»
Quando gli manca il respiro, a volte basta un po’ di ossigeno perché si riprenda. Altre volte, però, ci vogliono anche due ore. «Questo senso di oppressione è angosciante». Per l’allenamento quotidiano in casa ha bisogno del concentratore d’ossigeno. «L’allenamento mi fa bene e struttura la quotidianità. In più, è un’occasione per ascoltare musica.»
Grande amante della cucina, ultimamente ha poco appetito, ma si mette volentieri ai fornelli per la moglie. Eseguendo le sue ricette, tuttavia, ha spesso bisogno di sedersi e prendersi una pausa.
Riqualificazione a 40 anni
Carlo Tamburini ha compiuto i 67 anni e con la sua broncopneumopatia cronica ostruttiva (BPCO) ci convive ormai da 30 anni. Di professione pittore e verniciatore, faceva un mestiere particolarmente pesante. A quel tempo si lavorava senza maschere per le polveri sottili. Per questo, era esposto giorno dopo giorno ai vapori dei solventi. Dopo la diagnosi, era chiaro che doveva cambiare lavoro. Così, poco dopo i 40, ha seguito una formazione per diventare pedagogo sociale. «Il nuovo lavoro è stato fonte di sfide, ma anche di soddisfazioni».
Appassionato di musica, la malattia e le difficoltà respiratorie impongono a Carlo Tamburini molte rinunce.
«Mi piace stare tra la gente. Quando non ce la faccio più a restare dentro casa, prendo il monopattino elettrico ed esco». Sempre, però, con l’ossigeno nello zaino.
«La valigia è pronta »
Carlo Tamburini ha iniziato ad informarsi sulla possibilità di un trapianto del polmone già 6 anni fa. Allora, però, i suoi disagi non erano ancora abbastanza significativi. In aprile del 2022, invece, lo hanno inserito nella lista di attesa. Al momento la sua capacità polmonare è pari a circa il 30% e fa molta fatica a espellere il muco.
«Ho ancora così tanti progetti, ma la mia condizione non mi permette di realizzarli. Mi sono informato bene sul trapianto e ne ho parlato a lungo con mia moglie. Siamo entrambi d’accordo di fare questo passo».
Per poter accedere alla lista d’attesa nazionale per i trapianti, ha dovuto sottoporsi a molti test presso l’Ospedale universitario di Zurigo. «Mi sforzo di vedere le cose in modo razionale e non farne un’ossessione. La valigia per l’ospedale è pronta e il cellulare sempre acceso». Quando arriverà la chiamata, tutto andrà molto rapidamente. Verranno a prenderlo e l’ospedale verificherà il suo stato di salute. Se dovesse essere positivo al coronavirus, non potrà essere operato e l’organo verrà impiantato a un altro paziente.
Basta con il salame
Carlo Tamburini è fiducioso: pensa che supererà bene le quasi 10 ore di operazione e rientrerà a casa dopo le 3 normali settimane di ricovero. «Quando mi alleno, mi concentro sul diaframma e sui quadricipiti. È molto importante in vista del trapianto». Cura anche l’alimentazione e assume molte proteine per aumentare la massa muscolare.
«Spero che l’operazione migliori la mia qualità di vita. Chissà, magari potrò addirittura correre qualche mezza maratona (ride). Ci sarà anche qualche aspetto negativo: dovrò rinunciare al salame, che è uno dei miei cibi preferiti. Il rischio di contaminazione batterica e infezione, infatti, è troppo alto».
Chiedere tempestivamente l'aiuto di un professionista
Carlo Tamburini dà un consiglio a chi soffre di BPCO: «Cercate subito un bravo pneumologo. Quanto più precoce è la diagnosi, tanto più efficaci saranno i trattamenti e migliore il decorso della malattia».